Stamattina ho letto un pezzo su Facebook di Nicolò Targhetta, un autore italiano, che attacca con un “Io non leggo.” e si conclude con un invito a leggere per gli altri e ho trovato il post molto interessante per le riflessioni che sono scaturite: chi legge perché lo fa. E chi non legge? E se non si volesse leggere, ma si volesse che qualcuno leggesse per me, a me, con me? Ci sono tanti modi e tanti mondi di lettura e ognuno trova il suo, che rimane privato, silenzioso (a volte), nascosto.
E poi ci sono i gruppi di lettura, dove il silenzio e il privato non ci sono, ma c’è altro. Perché esistono? No, non che scopo hanno, ma perché! E se non esistessero o non fossero mai esistiti?
Ho provato a immaginare a come sarebbe se i gruppi di lettura non esistessero e no, non né è nato un romanzo distopico dove la condivisione delle proprie letture è vietata e quindi per parlare di un libro bisogna ricorrere a sotterfugi e fuggire dalla polizia dei lettori, ma banalmente sarebbe come è sempre stata la condivisione della lettura: ci sarebbe una persona che legge un libro, lo consiglia a un amico o familiare, il quale lo legge a sua volta e se ne parla alla prima occasione utile. Vi ricorda qualcosa? È quello che succede ogni giorno quando si parla di libri.
Il primo gruppo di lettura che una persona frequenta è non-organizzato, ma attivo e composto da amici e familiari che condividono con lui la passione per un autore, un libro, un genere letterario. Si potrebbe discuter
e a un pranzo di famiglia o durante una pausa caffè al lavoro e ognuno esprimerebbe la propria valutazione. E se anche solo in due hanno letto un libro e invogliano un terzo a leggerlo parlandone, ecco qui un gruppo di lettura.
A volte intorno ai gruppi di lettura si crea una specie di “aura sacra”: i membri solitamente sono lettori forti (in Italia un lettore è definito forte se legge più di 12 libri all’anno), frequentano le biblioteche, magari si trovano proprio in biblioteca, “leggono libri grossi” (sentita con le mie orecchie, ma vi svelo però un segreto: non è vero!), e non si pensa mai che prima di arrivare a questa sacrilità, un gruppo di lettura più o meno lo abbiamo attraversato tutti, con esiti alterni.
Se vi dicessi che almeno una volta nella vita avete fatto parte di un gruppo di lettura, tutti voi, semplicemente perché avete letto e poi discusso in classe un libro scelto da una persona voi cosa direste? Eccolo qui, un bel gruppo di lettura e magari su un libro che vi ha pure disgustato!
Mi piace che si parli dei gruppi di lettura, ma a volte ho la vaga impressione che se ne parli come di una specie da salvaguardare e proteggere, mentre in realtà sono altro: sono persone che vogliono parlare di libri (o devono! cari studenti, sto parlando con voi) e che trovano un modo per parlarne, ma senza dover ricorrere ad alcun sotterfugio, basta un tavolino in un bar!