NON SOLO PAROLE IN GIOCO
C’è una parola in giapponese Komorebi per cui non esiste una traduzione in italiano. E’ una di quelle parole che si devono avvertire con il cuore e con l’esperienza. Non si comprenderebbero altrimenti! Komorebi è la luce soffusa, leggera e sottile del sole che filtrando fra gli alberi e lungo i sentieri dà serenità, bellezza, pace, armonia. In una sola parola, tanti significati ed emozioni.
Ce ne vorrebbe un’altra specifica per riuscire a catturare le varie sensazioni del lettore di fronte ad un libro che ci “ prende”, quella voglia di sottolineare espressioni quasi ci appartenessero o che creano in noi déjà vu o ricordi di eventi che si è vissuti. Un’unica parola capace di suggerire immediatamente la voglia di far “piegoline” per lasciare tracce da ricontattare non appena si finiscono i capitoli, quella sorta di effetto “Barnum” per cui ci si immedesima in un profilo psicologico generico, quell’aggrapparsi al dubbio e all’intuizione per conoscere il finale che l’autore ha pensato. Un’unica parola per racchiudere quella sensazione del tempo e dello spazio fermo mentre tuttavia scorre, perché si è assorti, perché si è presenti ma nello stesso tempo assenti, immersi nei propri pensieri, nelle proprie domande, nelle parole di altri.
Ci vorrebbe un’altra parola infine per cogliere tutte le sfumature di emozioni che intervengono quando si condivide una propria solitaria lettura con altri …
Ieri 8 maggio 2017 presso la Biblioteca Comunale di San Valentino si è tenuto un primo incontro del Gruppo di lettura. A Valentina il merito di aver scelto il testo Narciso e Boccadoro di Hermann Hesse, classico e moderno allo stesso tempo.
La storia si snoda nel medioevo leggendario del cattolicesimo monastico ma potremmo trovare le anime e gli interrogativi che lo percorrono in ogni epoca, in ogni spazio. Nella storia di forte amicizia fra il dotto e mistico Narciso e l’artista geniale e vagabondo Boccadoro vi è l’eterna lotta fra eros e logos, fra arte e religiosità alla ricerca di armonia e integrazione.
Due frasi estrapolerò dal libro per sottolineare la bellezza di questo romanzo insieme simbolico e picaresco:
<<Non è il nostro compito quello d’avvicinarci, così come non s’avvicinano fra loro il sole e la luna, o il mare e la terra. Noi due, caro amico, siamo il sole e la luna, siamo il mare e la terra. La nostra meta non è di trasformarci l’uno nell’altro, ma di conoscerci l’un l’altro e d’imparare a vedere e a rispettare nell’altro ciò ch’egli è: il nostro opposto e il nostro complemento.>>
<<Ma come vuoi morire un giorno, Narciso, se non hai una madre?>>
In un gruppo di lettura non si fa critica letteraria, la si può anche fare ma non è quello il fine principale. Si legge da soli e poi si condividono davanti ad un the caldo o un caffè – sono ben accetti anche dolcetti 😉 – le proprie sensazioni, dubbi. Non poche perplessità ha lasciato ad esempio l’ultima frase del testo citata poc’anzi quasi fosse un messaggio lasciato incolto dallo stesso autore per poter crescere e fruttificare in altre menti.
Si fanno interpretazioni che si intrecciano inevitabilmente con le proprie esperienze di vita e i propri modi di pensare. In fondo i libri sono storie eterne che ritornano ciclicamente reinventate. Tutti hanno un po’ ragione, tutti hanno un po’ torto…
Forse la parola chiave per descrivere come un’immagine l’esperienza del gruppo di lettura è semplicemente … “dono”, generosità nell’aprire le proprie timidezze e condividere quel sorriso segreto che il libro ci ha regalato conoscendo più se stessi e gli altri.