La scelta che facciamo ogni anno, quella di avere un tema che orienti le letture del gruppo, può sembrare un capestro che ci lega a testi che non avremmo mai e poi mai letto spontaneamente. Ogni volta questa scelta apre scenari sconosciuti, con romanzi di cui ci chiediamo “perché non l’ho letto prima?” e rimaniamo ore a parlarne, uscendo dal gruppo e attraversando la vita.
Non sempre però le cose funzionano, un libro letto può essere accolto in maniera positiva o negativa anche in base al momento in cui lo si legge. Questo è successo con Maria, di Lalla Romano, l’ultimo romanzo scelto, che ha accolto lo sfavore dei lettori.
Purtroppo Maria è arrivato subito dopo Dalla parte di lei, di Alba de Céspedes e abbiamo accusato questo duetto di romanzi che avevano tante cose in comune: le narratrici appartengono entrambe alla borghesia, sono entrambi ambientati prima e dopo la Seconda Guerra Mondiale, raccontando i cambiamenti della società e delle due donne, entrambi sono scritti in prima persona singolare. Queste somiglianze ci hanno provato, rendendo sia la lettura che la discussione sul secondo libro faticosa e poco apprezzabile.
Ci siamo fatti delle domande: la letteratura italiana prodotta dalle scrittrici durante il ‘900 è dedicata solamente alla sfera casalinga, intima delle donne? Si è così legate alla sfera domestica da non poter scrivere di altro? Abbiamo scelto una tipologia di libri che ripete se stessa?
A volte la scelta è dettata dal caso, a volte è dovuta a scelte editoriali ben precise: se l’autrice scelta è uscita dal catalogo editoriale, per quanto il libro possa essere interessante, non riuscendo a reperire le copie necessarie dobbiamo ripiegare su altro.
Quanto le scelte editoriali influenzano la scelta del libro da leggere durante quest’anno dedicato alle scrittrici italiane del ‘900? Quante autrici stiamo riuscendo a scoprire e quante invece sono perdute? Quante donne hanno rinunciato alla pubblicazione perché non allineate a quanto chiedeva un editore?
Sono domande a cui non so dare una risposta, mi piacerebbe però sentire il parere di chi nell’editoria lavora e magari può aiutarci a comprendere meglio come funziona.