SUL LIBRO
“Viviamo soli e moriamo soli, tutto il resto è regalo” recita Clint Eastwood. Per Grazia Verasani la solitudine è una condizione fondante la vita umana, e nel XXI secolo lo è ancor di più. Accompagnati da Cesare Pavese, Arthur Schopenhauer, Ovidio, Gianni Celati, Emily Dickinson, Emil Cioran e José Saramago, coglieremo la duplice valenza della solitudine, che per l’artista è strumento del mestiere e osservatorio per scrutare le vite altrui e assorbirne le solitudini.
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DA LEGGERE PERCHÈ
Ogni paragrafo è un’offerta, un’apertura su altri mondi artistici, un invito ad intraprendere altri viaggi. Denso di citazioni, è a suo modo un diario. Parlando di solitudini, quelle degli altri, la propria, quella sociale, le paradossali solitudini condivise, Grazia Verasani ci accoglie e ci accompagna nelle proprie passioni letterarie e musicali, nel proprio quotidiano e nella solitudine necessaria al suo essere scrittrice.
TEMA
Complesso e delicato, in relazione con il significato e la percezione che abbiamo di noi e del mondo, talvolta rappresenta una condizione da rifuggire. Per l’autrice è ricerca e attitudine personale ai fini dell’atto creativo, alla quale sottrarsi per trarre continuamente nuovi spunti.
CITAZIONE
Per me che scrivo l’isolamento è benedetto, così come il silenzio. Entro in una bolla creativa che mi arriccia all’interno, mi introflette, e per un po’ non esistono le beghe quotidiane, le burocrazie, gli squilli del telefono, nulla. Una specie di immersione totale, che non ha niente di beato, di sopraelevato, al contrario, almeno per me, è pura fatica, ma anche pura necessità, al di là della presunta vocazione.
SUGGESTIONI
- Il Nespolo, L. Pintor, Bollati Boringhieri, 2001
- Sillogismi dell’amarezza, E. M. Cioran, Adelphi, 1993
- La solitude, Barbara, 1965
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